Disturbi del linguaggio

I Disturbi del linguaggio riguardano la capacità di usare e comprendere il linguaggio

I DL o Disturbi del linguaggio riguardano la capacità di usare in maniera propria il linguaggio e di comprenderlo: queste due difficoltà possono essere presenti in contemporanea oppure non esserlo.

I disturbi del linguaggio riguardano le aree del linguaggio espressivo e recettivo e possono manifestarsi già in età prescolare, se il percorso evolutivo di tuo figlio o tua figlia mostra un apprendimento del linguaggio atipico oppure un ritardo nel linguaggio rispetto alle attese.

La capacità di osservare e individuare i segnali di un possibile DL permette agli specialisti di distinguere la presenza del disturbo o di escluderla, per esempio nel caso dei bambini che iniziano a parlare tardi rispetto ai loro pari età: oppure, in particolare all’inizio della scuola dell’obbligo, per evitare che tuo figlio o tua figlia venga descritto come svogliato o poco collaborativo e che il disturbo non venga riconosciuto.

Gli strumenti Anastasis per l'intervento riabilitativo del Disturbo del linguaggio

I programmi Anastasis dedicati all’intervento nell’area del linguaggio sono utili agli specialisti della riabilitazione logopedica per identificare i DL e per aiutare i bambini a lavorare sugli aspetti specifici del loro disturbo.

Come riconoscere i disturbi del linguaggio

Il disturbo del linguaggio può essere riconosciuto e diagnosticato dopo aver escluso altre cause come deficit uditivi o sordità, anomalie dell’apparato orale, disabilità intellettiva o altre sindromi.

Il bambino o la bambina che presenta un disturbo del linguaggio ha spesso uno sviluppo cognitivo tipico ma manifesta difficoltà legate a

Una inefficienza dei sistemi di apprendimento computazionale e di memoria procedurale, che costituiscono la base del processamento linguistico. Queste inefficienze influenzano i processi di elaborazione degli stimoli verbali in input (linguaggio recettivo) e condizionano in modo persistente anche l'output linguistico (linguaggio espressivo).

Segnali dei disturbi del linguaggio

Come si può manifestare un disturbo del linguaggio?

La valutazione e la diagnosi avvengono con l’osservazione del bambino o della bambina e test che valutano il suo sviluppo complessivo, per verificare o escludere la presenza di cause specifiche. Prima dell’intervento di uno specialista, alcuni segnali di un possibile disturbo del linguaggio possono essere colti sia nell’area del linguaggio espressivo, sia del linguaggio recettivo.

Il linguaggio espressivo

È la capacità del bambino o della bambina di parlare ed esprimersi in maniera corretta e compiuta per la sua età anagrafica. Imparare a parlare è un processo complesso che procede anche per errori, ma in costante evoluzione fino al raggiungimento di ogni tappa prevista: quando questo non succede, è bene indagare le cause per riconoscere l’eventuale disturbo del linguaggio.

Alcuni segnali di DL in questa area

  • Criticità a livello fono-articolatorio, ovvero l’emissione non corretta dei suoni: i bambini che imparano a parlare commettono spesso errori di articolazione dei suoni omettendendoli, sostituendoli o modificandoli (“pugna” al posto “spugna”, “lana” al posto di “rana”, “sciuscio” al posto di “ciuccio”): se questi permangono anche oltre la fase nella quale dovrebbero essere superati, oltre i quattro anni, i problemi fono-articolatori possono segnalare un disturbo del linguaggio.
  • Capacità di esprimersi con il linguaggio ma in maniera atipica rispetto alla normale evoluzione della morfosintassi: frasi o lessico semplificati, mancanti di parti fondamentali come i verbi, congiunzioni, articoli, o formalmente scorrette (“mela piace io” al posto di “mi piace la mela”): anche questo deficit espressivo presente a un’età nella quale il linguaggio dovrebbe aver raggiunto complessità e correttezza formale può essere indice di un disturbo del linguaggio

Questi due esempi possono presentarsi anche in maniera indipendente: tuo figlio o tua figlia può parlare correttamente dal punto di vista fono articolatorio ma continuare a esprimersi in maniera atipica, o viceversa.

Il linguaggio recettivo

Il bambino o la bambina con disturbo del linguaggio recettivo può mostrare difficoltà a livello metafonologico, ovvero la capacità di riflettere sulla struttura dei suoni che compongono le parole.

Queste difficoltà possono manifestarsi in diversi modi, come ad esempio:

  • Difficoltà a riconoscere e isolare i suoni all’interno delle parole (sillabe, fonemi): può avere difficoltà a distinguere i singoli suoni che compongono una parola, come ad esempio la differenza tra “casa” e “cassa”.
  • Difficoltà a capire la sequenza dei suoni nelle parole: può avere difficoltà a comprendere l’ordine in cui i suoni si susseguono all’interno di una parola, come ad esempio la differenza tra “cane” e “nace”.
  • Difficoltà a riconoscere le parole che hanno lo stesso suono iniziale, finale o centrale: può avere difficoltà a riconoscere le parole che iniziano, finiscono o contengono lo stesso suono, come ad esempio le parole “gatto”, “gallina” e “gatto”.
  • Difficoltà a dividere le parole in sillabe: può avere difficoltà a segmentare le parole in sillabe, come ad esempio la parola “ca-ne” invece di “cane”.
  • Difficoltà a inventare parole nuove usando suoni già conosciuti: può avere difficoltà a combinare i suoni che conosce per creare nuove parole, come ad esempio inventare una parola che inizia con la “s” e finisce con la “a”.

Altri segnali di DL in questa area

  • Difficoltà a comprendere parole e costrutti sintattici complessi e a eseguire istruzioni.
  • Difficoltà a memorizzare parole (e quindi ad ampliare il vocabolario a disposizione) rispetto ai bambini di pari età.
  • Difficoltà nella produzione di frasi complesse.
  • Difficoltà nella comprensione del discorso.
  • Difficoltà nella comprensione di concetti astratti e del linguaggio figurato.

Il trattamento riabilitativo dei disturbi del linguaggio

Il o la professionista che individua e diagnostica un disturbo del linguaggio valuta la presenza di difficoltà nel linguaggio espressivo e ricettivo e dalla sua valutazione emergono:

  • gli obiettivi del trattamento (fonetici, fonologici, sintattici, lessicali);
  • le indicazioni operative per stimolare il linguaggio secondo gli obiettivi programmati, sia nel percorso in studio, sia con l’allenamento a casa e a scuola, con l’aiuto e il supporto dei genitori e delle figure educative coinvolte.
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