Boom di certificazioni di Disturbi Specifici dell’Apprendimento: più diagnosi, più inclusione scolastica

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L’incremento delle diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) tra gli studenti italiani è un fenomeno che suscita dibattiti e riflessioni. Se da un lato si osserva un aumento esponenziale delle certificazioni e una maggiore sensibilizzazione all’enorme variabilità individuale nell’apprendimento, dall’altro qualcuno fa emergere degli interrogativi sul rischio di possibili strumentalizzazioni delle diagnosi a livello scolastico.

L’aumento esponenziale dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento dalla legge 170/2010 ad oggi

Il tema dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento è molto attuale e sentito nel contesto scolastico e sanitario. Per fortuna, aggiungerebbe chiunque si occupi di apprendimento e di strategie utili a personalizzare il percorso didattico ed educativo di ogni studente. 

Infatti, non è stato sempre così: in Italia soltanto con la legge 170/2010 c’è stato un vero e proprio punto di svolta nel riconoscimento e nella tutela degli studenti con Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Con questa normativa sono state introdotte tre importanti novità: 

  • il riconoscimento ufficiale dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento nel contesto scolastico, che vengono così nettamente distinti da altre difficoltà;
  • il diritto per gli studenti con DSA a strumenti compensativi e misure dispensative, con l’obiettivo di garantire a tutti il successo scolastico ed evitare che le difficoltà di apprendimento interferiscano con un’esperienza scolastica positiva e gratificante;
  • la formazione obbligatoria per tutti gli insegnanti su questo tema, affinché siano in grado di riconoscere i segnali di un eventuale DSA e di applicare strategie didattiche inclusive e su misura.

Come ci si auspicava, grazie alle novità introdotte con la legge 170/2010, la conoscenza e la sensibilità di insegnanti e genitori sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento ha fatto sì che molti studenti prima etichettati come “svogliati” o “poco intelligenti” potessero trovare un senso alle loro difficoltà scolastiche nella diagnosi di DSA. Di conseguenza, si è registrato un aumento esponenziale nella percentuale di studenti con Disturbo dell’Apprendimento: nel giro di una decade, si è registrato un aumento del 500% delle diagnosi, ovvero dall’1% al 5%. E i numeri sono ancora in crescita… 

Fermiamoci un attimo: quali potrebbero essere i fattori che spiegano l’aumento delle diagnosi? 

È innegabile che la maggiore consapevolezza sull’argomento ed il riconoscimento legislativo dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento abbiano contribuito all’aumento delle diagnosi: molti studenti che in passato sarebbero rimasti “invisibili” o, ancora peggio, etichettati come “poco intelligenti” hanno finalmente avuto la possibilità di riconoscere le proprie caratteristiche neurobiologiche e di essere supportati e valorizzati nel proprio modo di apprendere. 

Parallelamente alla legge 170/2010, inoltre, numerose sono state e sono tuttora le campagne di sensibilizzazione promosse da associazioni, istituzioni e media. Grazie a queste iniziative (come incontri informativi, laboratori e screening gratuiti presso le scuole), l’opinione pubblica ha iniziato a conoscere i Disturbi Specifici dell’Apprendimento e a superare pregiudizi e stereotipi ad essi collegati; ciò ha permesso di lasciare più spazio al riconoscimento dei campanelli di allarme da parte di genitori, educatori e insegnanti e al tempestivo intervento per la valutazione e la riabilitazione.

Numerosi esperti in materia sostengono anche che l’aumento delle diagnosi di DSA potrebbe essere anche dovuto a fattori sociali e scolastici, come l’aumento delle richieste a livello didattico e prestazionale sia a casa che a scuola; ciò potrebbe far emergere con più chiarezza le cadute in alcune aree dell’apprendimento di bambini e ragazzi, che avrebbero gestito senza troppe difficoltà dei compiti e delle attività meno esigenti a livello prestazionale. 

Inoltre, all’interno della nostra società, l’uso eccessivo della tecnologia e dei dispositivi elettronici potrebbe influire sulla capacità di concentrazione degli studenti, interferendo con lo sviluppo naturale delle abilità attentive e logiche.

Quali sono le conseguenze positive di tutto ciò?  

A prescindere dagli elementi che potrebbero spiegare l’aumento esponenziale delle diagnosi, è necessario sottolineare i benefici che tale attenzione ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento porta con sé per gli studenti e per il sistema scolastico in generale. 

Infatti, ciò si traduce in una maggiore probabilità di individuare precocemente ed in maniera puntuale gli studenti con Disturbo Specifico dell’Apprendimento, consentendo alle famiglie di attivare interventi mirati e tempestivi. Questo è fondamentale per evitare che le difficoltà di apprendimento si trasformino in demotivazione, frustrazione e abbandono scolastico. Inoltre, la presenza di studenti con DSA in tutte le classi fa sì che ci possa essere: per gli studenti più consapevolezza delle differenze individuali e più valorizzazione dello stile di apprendimento di ognuno a prescindere dalle etichette; per gli insegnanti più attenzione alla personalizzazione delle strategie per l’apprendimento e alla multisensorialità e multidimensionalità delle proposte didattiche.  

Ogni singolo studente che riceve la diagnosi di DSA può ricavarne tanti benefici: 

  • Maggiore consapevolezza di sé e maggiore autostima. La diagnosi di DSA aiuta i ragazzi a comprendere le proprie difficoltà, a non sentirsi “sbagliati” o “inadeguati”. Capire che il problema non è la mancanza di intelligenza o di impegno, ma la presenza di alcune caratteristiche neurobiologiche ben definite e circoscritte permette di accettare il proprio modo di funzionare e di sviluppare strategie di apprendimento alternative.
  • Accesso a strumenti compensativi e misure dispensative. La Legge 170/2010 garantisce agli studenti con diagnosi di dislessia, discalculia, disortografia o disgrafia il diritto ad utilizzare strumenti compensativi (come software di sintesi vocale, mappe concettuali, calcolatrice) e di essere dispensati da alcune attività (come la lettura ad alta voce o la scrittura veloce sotto dettatura). Questi strumenti e misure permettono di affrontare lo studio in modo più efficace, riducendo lo stress ed evitando il sovraccarico cognitivo che potrebbe influenzare negativamente l’apprendimento.
  • Prevenzione del disagio scolastico. L’individuazione precoce e l’adozione di interventi mirati contribuiscono a prevenire il disagio scolastico, riducendo il rischio di dispersione e di sviluppo di disturbi psicologici e comportamentali.

È giusto parlare anche di rischi e strumentalizzazioni delle diagnosi?

Indubbiamente i vantaggi psicologici, culturali e sociali legati ad una maggiore sensibilizzazione sul tema delle difficoltà scolastiche e dei Disturbi dell’Apprendimento superano di gran lunga i rischi, ma è comunque fondamentale dare voce e spazio a chi manifesta le proprie perplessità a riguardo. 

In particolare, i rischi potrebbero essere legati ad una eventuale strumentalizzazione della diagnosi nel contesto scolastico, all’interno del quale un Disturbo Specifico dell’Apprendimento potrebbe essere considerato come una scorciatoia, una via facile per raggiungere un rendimento scolastico sufficiente. Allo stesso tempo è fondamentale sottolineare, per fugare ogni dubbio, che i protocolli per la diagnosi dei Disturbi dell’Apprendimento sono ben definiti e hanno dei criteri molto rigidi e stabiliti da Linee Guida in continuo aggiornamento; ciò proprio per annullare la probabilità che emergano dei falsi positivi e per garantire diagnosi accurate e puntuali. Tutti i professionisti sono di conseguenza tenuti a rispettare tali protocolli e non possono fare delle diagnosi basandosi soltanto su un’impressione clinica soggettiva; inoltre, i singoli professionisti che si occupano di Disturbi dell’Apprendimento operano all’interno di equipe multidisciplinare, che è un’ulteriore garanzia di accuratezza. 

In conclusione…

Il boom di diagnosi di Disturbi dell’Apprendimento registrato negli ultimi anni è una metafora degli importanti passi avanti che la scuola sta facendo verso una didattica più inclusiva, in grado di valorizzare le potenzialità di ogni studente e di trasformare le difficoltà in un’opportunità di crescita e di successo per tutti. Oggi è importante proseguire su questa strada, fidandosi dell’accuratezza delle valutazioni diagnostiche e formandosi continuamente proprio per garantire tale accuratezza. 

A cura di: Nellia Arciuolo – Psicologa del Centro di Apprendimento Anastasis

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