Primi segnali DSA: quando è necessario intervenire

Articolo sui primi segnali DSA
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Riconoscere i primi segnali di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) può sembrare una sfida complessa ma essenziale per garantire un futuro sereno ai bambini che incontrano queste difficoltà. Non è raro che i genitori si accorgano che “qualcosa non va”, ma non sappiano bene come agire: “È normale?” “Si tratta solo di una fase?” “Oppure è necessario un intervento più mirato?”.

Le difficoltà iniziali, se individuate e affrontate precocemente, possono essere superate senza trasformarsi in ostacoli insormontabili. Riconoscere i segnali giusti, osservare i comportamenti del bambino con attenzione e coinvolgere le figure educative e specialistiche adeguate sono i primi passi per sostenere il bambino, perché l’intervento precoce può davvero fare la differenza.

Anche senza essere esperti, i genitori possono giocare un ruolo fondamentale nell’individuare segnali di possibili difficoltà, lavorando in sintonia con gli insegnanti e gli specialisti. Capire quando è necessario intervenire significa offrire al proprio figlio la possibilità di affrontare con fiducia e successo il mondo della scuola e non solo.

Cosa sono i DSA? Una brevissima introduzione

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono disturbi del neuro-sviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente e che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione.

Vengono classificati sulla base della difficoltà specifica che comportano:

  • Dislessia: compromette la lettura fluente e corretta, riflettendosi spesso anche sulle abilità di comprensione del testo scritto;
  • Disortografia: consiste nella difficoltà di scrivere in modo corretto ed è legato agli aspetti linguistici;
  • Disgrafia: riguarda la componente grafo-motoria;
  • Discalculia: influisce sulla capacità di manipolare i numeri, effettuare calcoli a mente e recuperare i risultati nelle diverse operazioni aritmetiche.

Questi disturbi non sono correlati all’intelligenza generale, non sono una malattia e non dipendono dalla volontà del bambino, ma dalla modalità di funzionamento di specifiche aree cerebrali, sono quindi una caratteristica innata e non transitoria ed individuarli precocemente consente di mettere in atto strategie che riducono il loro impatto sul percorso scolastico.

Primi segnali nella Scuola dell’Infanzia: cosa osservare

La Scuola dell’Infanzia rappresenta una fase cruciale per individuare eventuali difficoltà che potrebbero preannunciare un Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Pur essendo normale che i bambini abbiano ritmi di sviluppo differenti, è importante notare se alcune competenze rimangono significativamente indietro rispetto ai coetanei. Vediamone alcune insieme.

Linguaggio e comunicazione

Un aspetto fondamentale da monitorare è sicuramente il linguaggio. Difficoltà frequenti potrebbero includere:

  • Il bambino o la bambina si esprime ancora attraverso frasi semplici o incomplete e mostra un vocabolario limitato per l’età;
  • Potrebbero esserci ancora alcuni errori nella pronuncia di parole o inversioni di suoni, che persistono oltre i 4-5 anni;
  • Potrebbe avere difficoltà a comprendere e seguire istruzioni, anche quelle quotidiane, come “Metti il cappotto e prendi lo zaino”.

Risulterà altrettanto importante osservare come il bambino o la bambina si relaziona verbalmente con i coetanei: tende a evitare il dialogo o si esprime in modo meno articolato rispetto agli altri? 

In questi casi sarà importante approfondire.

Memoria e attenzione

I bambini che mostrano difficoltà a memorizzare rime, filastrocche o a ricordare una breve sequenza di azioni possono incontrare ostacoli futuri nelle abilità scolastiche, poiché memoria e sequenzialità sono alla base di lettura e calcolo, così come una scarsa capacità di mantenere l’attenzione durante attività strutturate, come il disegno o l’ascolto di una storia potrebbe essere indice di una fragilità in tale area.

Motricità fine e coordinazione

La capacità di controllare i movimenti più fini è alla base di molte attività scolastiche. Alcuni bambini mostrano difficoltà con attività che richiedono precisione motoria, come colorare all’interno dei bordi, costruire con i mattoncini o usare le forbici. Queste difficoltà possono riflettersi in futuro sulle abilità di scrittura.

Un bambino con difficoltà motorie fini potrebbe avere:

  • Goffaggine nei movimenti, sia grossolani (correre, saltare) che fini (usare le forbici, costruire con i mattoncini);
  • Difficoltà nel tracciare linee, nel colorare entro i margini o nel riprodurre semplici figure geometriche;
  • Mostrare una presa inusuale del pennarello o della matita, con movimenti rigidi o faticosi.

Se il bambino o la bambina sembrano evitare l’attività o si mostrano insicuri, vale la pena monitorare la situazione.

Curiosità verso lettere e numeri

Un interesse limitato verso lettere e numeri rispetto ai coetanei può rappresentare un segnale precoce cui porre attenzione. Ad esempio, alcuni bambini, prima dell’ingresso alla Scuola Primaria, faticano a riconoscere o scrivere il proprio nome o a contare oggetti semplici. Se il bambino evita giochi che coinvolgono lettere e numeri, mostra scarso interesse verso attività pre-alfabetiche, come sfogliare libri illustrati o provare a “scrivere” scarabocchi, sarà importante non trascurare tale segnale perché potrebbe rappresentare un campanello d’allarme.

Segnali alla Scuola Primaria: quando le prime difficoltà emergono in maniera più evidente

Con l’inizio della Scuola Primaria, le richieste scolastiche diventano più strutturate e le difficoltà legate ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento possono emergere in modo più evidente.

Proviamo a vederle insieme muovendoci per punti.

Abilità di lettura

  • Il bambino o la bambina potrebbe mostrare scarso interesse per la lettura, evitandola ogni volta che è possibile;
  • Potrebbe faticare nel riconoscimento di lettere in stampato maiuscolo in una prima fase ed il compito potrebbe diventare ancora più faticoso quando la richiesta, in un secondo momento, verte sul carattere stampato minuscolo;
  • Il bambino o la bambina legge lentamente, fatica a riconoscere lettere o parole comuni e commette errori frequenti, come inversioni, omissioni o scambio di suoni simili (ad esempio D e T);
  • Mostra difficoltà nel ricordare parole già lette in precedenza nel testo e scarsa comprensione del testo, legata a un eccessivo sforzo per decodificare le parole.
  • La lettura ad alta voce potrebbe risultare particolarmente difficile, tanto da creare ansia o rifiuto.

Abilità di scrittura

Nella scrittura possono manifestarsi errori che persistono nonostante la pratica e l’insegnamento, come omissioni di lettere, confusione tra grafemi simili (es. “f” e “v”, “t” e “d” per cui “vaso” diventa “faso” o “dado” “tato”) o difficoltà a mantenere una scrittura leggibile e regolare.

Si potrebbero, perciò, incontrare:

  • Errori ortografici ricorrenti, anche per parole semplici e già conosciute: omissioni di lettere e/o di sillabe, inversioni oltre a confusione tra suoni simili;
  • Lentezza nel completare anche semplici compiti di scrittura;
  • E il tratto potrebbe apparire disordinato con lettere difficilmente leggibili e fatica nel gestire lo spazio-foglio.

Numeri e calcoli

In una prima fase dovremmo prestare attenzione a questi campanelli d’allarme:

  • Difficoltà nella scrittura di semplici numeri (che potrebbero essere speculari ad esempio);
  • Difficoltà di conteggio anche attraverso l’utilizzo delle dita o di riconoscimento rapido di piccole quantità;
  • Difficoltà a capire il valore delle cifre di un numero (es. il significato di “10” rispetto a “3”);
  • Confusione tra simboli matematici, come “+” e “-”.
  • Problemi a memorizzare le tabelline o a eseguire “semplici” calcoli mentali.

Segnali emotivi e comportamentali

La matematica risulta spesso ostica a tanti (anche molti adulti): chi di noi non ha mai avuto rapporti difficili con questa materia?!

Non di rado, le difficoltà scolastiche si riflettono sul piano emotivo: un bambino o una bambina che fatica in compiti di lettura, scrittura o calcolo potrebbe sviluppare insicurezza, rifiuto delle attività scolastiche o difficoltà relazionali con i compagni, spesso legate al timore di “non essere all’altezza”. Questi segnali emotivi meritano attenzione, poiché indicano disagio e una probabile perdita di fiducia nelle proprie capacità.

L’importanza di un intervento precoce

Intervenire precocemente di fronte a segnali sospetti non deve avere lo scopo di ottenere una diagnosi immediata, ma quello di avviare un percorso di osservazione e supporto mirato che permetta di prevenire molti problemi futuri. Il tempo gioca un ruolo importante: prima si interviene, maggiori saranno le possibilità di ridurre l’impatto delle difficoltà sul percorso scolastico e personale del bambino. Ricevere supporto nelle fasi iniziali del percorso scolastico fa sì che i bambini possano sviluppare una maggiore fiducia nelle proprie capacità e affrontare con più serenità anche le sfide più impegnative.

Il ruolo centrale della famiglia

Spesso sono proprio i genitori a notare per primi alcune difficoltà, ma è naturale sentirsi incerti su come affrontare la situazione. Osservare con attenzione, ma senza ansia, è fondamentale. Non tutte le difficoltà scolastiche indicano la presenza di un DSA, e ogni bambino segue i propri tempi di sviluppo. Tuttavia, se emergono segnali persistenti, condividere le proprie osservazioni con gli insegnanti o uno specialista aiuta a chiarire la situazione e ad agire con serenità e consapevolezza.

In questi momenti il ruolo della famiglia diventa centrale per accompagnare il bambino o la bambina in un percorso di crescita serena, orientata alla scoperta e valorizzazione delle sue potenzialità. Affrontare un Disturbo Specifico dell’Apprendimento non significa preoccuparsi oltre misura o etichettare il bambino, bensì riconoscere che ogni individuo ha il proprio modo di apprendere. Accogliere questa realtà con serenità consente di offrire il giusto supporto, senza giudizi o pressioni. Una diagnosi non è mai un limite, ma un’opportunità per comprendere meglio il bambino e fornirgli gli strumenti necessari per affrontare le sfide scolastiche e quotidiane. 

La collaborazione con la scuola è uno dei punti di forza di questo percorso. Dialogare con gli insegnanti e costruire insieme un Piano Didattico Personalizzato (PDP) permette di creare un ambiente educativo adatto alle sue esigenze. Ogni bambino o bambina ha punti di forza unici, e condividerli con la scuola aiuta a potenziare ciò che sa fare meglio, lavorando allo stesso tempo sulle sue difficoltà. La famiglia e gli insegnanti, collaborando, possono offrire un sostegno coerente, che aiuta il bambino a sentirsi compreso e valorizzato.

Anche a casa, piccoli gesti e attenzioni quotidiane possono fare una grande differenza. Una routine regolare che bilanci studio, riposo e momenti di svago aiuta il bambino a sentirsi sicuro e organizzato. Favorire attività che gli permettano di esprimere i suoi talenti, come lo sport, la musica o il disegno, è un modo per accrescere la fiducia in sé stesso. È importante mostrarsi empatici e comprensivi, evitando confronti con fratelli, sorelle o coetanei, ma concentrandosi sui progressi, valorizzandoli anche quando sembrano piccoli.

Incoraggiare l’autonomia è un altro passo importante. Strumenti come agende visive, mappe concettuali o software didattici possono essere alleati preziosi, ma la cosa più importante è accompagnare il bambino o la bambina nel loro utilizzo, senza fretta e senza aspettative irrealistiche. Ogni conquista, anche minima, è un passo avanti da celebrare, perché contribuisce a costruire la fiducia nelle sue capacità.

Costruire un percorso di crescita sereno

Riconoscere tempestivamente i segnali di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento rappresenta un passo cruciale per garantire a ciascun bambino o bambina un percorso scolastico e di crescita sereno. Questo non significa definire un bambino attraverso le sue difficoltà, ma comprenderne i bisogni e creare le condizioni per valorizzare le sue capacità.

Un intervento efficace si fonda su un’alleanza tra famiglia, scuola e specialisti, che collaborano per individuare strategie personalizzate e fornire gli strumenti necessari a superare gli ostacoli. Ogni fase, dall’osservazione alla pianificazione di un supporto mirato, è parte di un processo che punta a sviluppare competenze, fiducia e autonomia.

La sfida non è eliminare le difficoltà, ma trasformarle in opportunità di apprendimento, costruendo un ambiente in cui bambini e bambine possano crescere e affrontare il futuro con sicurezza e consapevolezza delle proprie risorse.

A cura di Cinzia Tarlini, Logopedista – Centro di Apprendimento Anastasis

Bibliografia e sitografia

  • Benassi M., Giovagnoli S., Marotta L., Percorsi di ricerca-azione. Lo screening dei prerequisiti. Erickson Editore, 2017.    
  • ISS-SNLG-Sistema Nazionale Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità, Linea Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Roma, 20 Gennaio 2022.                                                     -Mariani M., Marotta L., Pieretti M., Intervento logopedico nei DSA. La dislessia. Diagnosi e trattamento secondo le raccomandazioni della Consensus Conference. Erickson Editore, 2016.- —   -Marini A., Vicari S., Il Mulino – 2022I Disturbi del linguaggio in età evolutiva. Caratteristiche, diagnosi e trattamento;
  • Associazione Italiana Dislessia

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