Senza libertà di scelta non c’è creatività;
senza creatività non c’è vita.
Tratto dal film “Star Trek”
Quanto è importante “poter scegliere” per lo sviluppo dei bambini? Lasciamo spazio a sogni, desideri e potenzialità dei nostri figli?
Compiere delle scelte, significa percorrere una strada e considerarla la migliore possibile, abbandonando altre opzioni.
Scelta ma non solo
Durante il percorso scolastico, i ragazzi e le ragazze devono spessissimo fare delle scelte, da quelle quotidiane a quelle più complesse ed impegnative: come mi preparo per l’interrogazione di storia? Che caratteristiche deve avere la mappa per la verifica di matematica? Ma anche…quale scuola superiore mi piacerebbe frequentare?
I nostri ragazzi sono chiamati continuamente a prendere decisioni e, incredibilmente, anche le più semplici risposte parlano di sé.
Infatti, il tema dell’importanza della scelta per lo sviluppo dei bambini porta con sé numerose altre riflessioni: il diritto alla libertà di essere, il bisogno di esprimersi e di fare ciò che più si desidera o ciò che più ci si addice.
Riguarda, quindi, la possibilità di dar spazio alle proprie inclinazioni e alle proprie potenzialità anche in modo creativo, ma inevitabilmente necessita della consapevolezza dei propri punti di forza e fragilità.
Saper scegliere è una grande conquista evolutiva e significa comprendere ciò che è più giusto per noi, per le nostre caratteristiche e per realizzare i nostri desideri. Significa percorrere una strada e considerarla la migliore possibile, abbandonando altre opzioni [3]. Significa compiere passi verso l’autonomia scolastica, ma non solo.
Il bisogno di una guida
Ma come si arriva a tal punto? Qual è il ruolo delle agenzie educative e degli adulti di riferimento per supportare ogni bambino e bambina al raggiungimento di questa tappa?
Daniela Lucangeli [1] spiega il concetto di “zona di sviluppo prossimale” elaborato da Vygotskij come la differenza tra cosa il bambino è in grado di fare da solo e gli apprendimenti possibili e raggiungibili grazie al supporto di un adulto competente. In tal senso, descrive gli insegnanti come “differenziali di sviluppo”, come quelle persone in grado di supportare il bambino a costruire le proprie competenze scolastiche e trasversali.
Proprio per questo motivo, il ruolo professionale dell’insegnante deve dotarsi di uno sguardo ampio e profondo, in grado di cogliere le sfumature e le note uniche dei bambini. Fondamentale è valorizzare tali sfumature, affinchè possano dare voce al loro essere e realizzare nel tempo se stessi. [3]
Klaus Dieter Kaul [2], in un elenco di 10 punti, individua i desideri fondamentali dei bambini che, se attesi dagli adulti, possono accompagnarli nel compiere gradualmente scelte autonome:
- dateci amore
- dateci attenzione: il vostro tempo, la vostra presenza e la vostra cura
- rispettate i nostri tempi
- rimanete al nostro fianco: fateci sentire la vostra presenza, affetto e sostegno
- consentiteci di sbagliare senza giudizio e senza voti
- dateci la vostra guida per orientarci nella vita
- dateci regole chiare e limiti precisi
- siate affidabili
- mostrate l’amore che provate
- date spazio alla gioia
Il compito degli adulti di riferimento non è decidere a priori che persona creare in un’ottica performante dell’educazione, ma guidare i ragazzi all’esplorazione delle varie possibilità e progressivamente a compiere scelte autonome, consapevoli e soprattutto personalizzate. [3]
Ciò, tuttavia, può avverarsi solo se ci si allontana dall’idea di uguaglianza come metafora del garantire a tutti le stesse opportunità. È fondamentale reinterpretare tale concetto come possibilità di offrire a tutti opportunità diverse in base alle proprie caratteristiche e inclinazioni personali.
Questo tema diventa particolarmente importante quando si parla di Disturbi Specifici dell’Apprendimento, ma non solo. Molto spesso la scuola fa fatica ad offrire opportunità di scelta e rischia di proporre a tutti una metodologia di apprendimento che, come ci mostra la vignetta, non sempre permette la valorizzazione delle proprie inclinazioni o caratteristiche, ma che al contrario mette in evidenza solo le fragilità e le fatiche di alcuni.
È fondamentale coinvolgere gli studenti e renderli attivi nei processi di scelta. Ad esempio, potrebbe essere molto utile aprire un dialogo e una riflessione rispetto alle proprie caratteristiche di apprendimento e, sulla base delle stesse, attivare un processo di co-costruzione della struttura di una verifica o del PDP (Piano didattico personalizzato elaborato per studenti e garantito dalle legge 170/2010 per studenti con DSA).
Scelte e metacognizione
Per guidare i ragazzi e le ragazze verso una maggiore conoscenza dei propri punti di forza e delle proprie debolezze e quindi verso scelte idonee, è ben nota ormai l’importanza dello sviluppo di un approccio metacognitivo nello studio.
Il termine metacognizione indica le conoscenze che l’individuo sviluppa rispetto ai propri processi cognitivi, al loro funzionamento e di conseguenza alla consapevolezza dei propri punti di forza e fragilità.
La metacognizione permette di approfondire la conoscenza dei nostri pensieri e, quindi, anche di dirigere i nostri processi di apprendimento.
È un processo di autoriflessione che aiuterà i ragazzi e le ragazze a conoscersi meglio e a compiere scelte ponderate e “cucite” sulla base delle loro caratteristiche di apprendimento e di personalità.
Meneghetti, De Beni e Cornoldi [4] dimostrano che gli studenti di successo sono quelli che si caratterizzano per le abilità di riflessione metacognitiva per buone abilità organizzative, per la capacità di elaborare personalmente il materiale di studio, per le adeguate motivazioni allo studio e per la flessibilità nella scelta delle strategie più opportune.
Per questi studenti, gli errori non sono né colpe né segno di scarsa abilità o intelligenza, ma sono tappe del percorso verso l’apprendimento che, talvolta, può portare anche a compiere scelte sbagliate. Prendere una decisione implica tollerare di poter sbagliare, sentirsi capaci di affrontare la frustrazione di una possibile scelta errata e affrontare l’errore come momento di crescita e riflessione.
La creatività – (del)la scelta
Pilastri portanti del costrutto di metacognizione sono quindi i concetti di autoriflessione, di maggiore conoscenza di sé, di flessibilità nelle scelte compiute e di creazione di nuovi collegamenti e connessioni nella realtà circostante.
La metacognizione quindi garantisce un ruolo attivo allo studente che diventa consapevole delle sue caratteristiche e diventa competente nel compiere scelte in senso critico e riflessivo. Lo studente costruisce astrazione del pensiero, connessioni e collegamenti prima ignorati e diventa curioso, creativo e in grado di porsi domande e fare scelte idonee per rispondervi.
Lo studente metacognitivo sa di poter contare sulle proprie risorse e su un uso creativo delle stesse per compiere delle scelte. Questo processo porterà molto probabilmente ad esperienze di successo scolastico ma, soprattutto, porterà all’instaurarsi di un circolo virtuoso lungo tutto il corso della sua vita. [5]
Il nuovo mito di Persefone:
Daniele Coluzzi [6], professore di Lettere in un liceo di Roma, nel romanzo “Io sono Persefone” ci offre una nuova visione del mito di Persefone la quale “è una protagonista senza tempo, alla ricerca, come tutti noi, della propria voce”. Aggiunge: “Persefone è un personaggio complesso […], ma non ha mai avuto nelle fonti classiche una voce tutta sua, limitandosi a subire la volontà di dèi più grandi di lei. Mi sembrava interessante provare a darle parola, affinchè ci raccontasse in prima persona la sua esperienza”.
Coluzzi ridisegna la sua storia e illumina la dea di consapevolezza e creatività, rendendola a tutti gli effetti protagonista della sua vita. Infatti, divenuta consapevole delle proprie risorse e dei propri bisogni, sarà lei stessa a scegliere di passare metà della sua vità sulla terra, dando origine alla primavera e all’estate e metà negli inferi, dando origine all’autunno e all’inverno.
Mi piace pensare che la conquista di Persefone abbia significativamente cambiato anche le nostre vite.
Mi piace immaginare che i nostri ragazzi potranno fare lo stesso.
Bibliografia
[1] Lucangeli, D. (2020). A mente accesa. Edizioni Mondadori
[2] https://bambiniegenitori.it/wp-content/uploads/sfogliabili/13-RivistaGenitori-autunno-2022/
[3] Coltivare gli interessi dei bambini / Silvia Iaccarino. – ISSN: 0042-7349. – (2021), pp. 10 – 11.
[4] Meneghetti, C., De Beni, R., & Cornoldi, C. (2007). Strategic knowledge and consistency in students with good and poor study skills. European journal of cognitive psychology, 19(4-5), 628-649.
[5] Di Nuovo, S. e Magnano, P. (2013). Competenze trasversali e scelte formative. Strumenti per valutare metacognizione, motivazione, interessi e abilità sociali per la continuità tra livelli scolastici. Edizioni Erickson.
[6] Coluzzi, D. (2022). Io sono Persefone. Rizzoli.
A cura di: Milena Castagliuolo, psicologa e tecnico dell’apprendimento, Laboratori Anastasis