Veloci…ma senza fretta!

Articolo: Veloci ma senza fretta
Per chi è
Famiglie

“Se qualcuno fosse in grado di guardarci dall’alto, vedrebbe che il mondo è pieno di persone che corrono in fretta e furia, sudate e stanche morte, nonché le loro anime in ritardo smarrite, che non riescono a stare dietro ai loro proprietari. […] La velocità con cui si muovono le anime è molto inferiore a quella dei corpi. […] Lei deve trovarsi un posto tutto suo, sedersi tranquillo e aspettare la sua anima.”

Tocarczuk, O., & Concejo, J. (2017). L’anima smarrita. Milano: Topipittori.
Immagine tratta da “L’anima smarrita”  Tocarczuk, O., & Concejo, J. (2017). Topipittori
Immagine tratta da “L’anima smarrita”  Tocarczuk, O., & Concejo, J. (2017). Topipittori

L’anima smarrita è un capolavoro poetico, sia per le parole, poche ma buone, che per le immagini, che evocano benissimo la vita di ognuno di noi e la società in cui siamo immersi. Si tratta di un albo illustrato che si concentra sul concetto di tempo. Siamo sempre di fretta, non abbiamo mai tempo per niente, ma dobbiamo fare tutto. Questo avviene indiscriminatamente a tutte le età, dai bambini alla scuola primaria agli adulti che lavorano.

Cosa comporta per noi esseri umani? E in particolare in bambini, bambine, ragazzi e ragazze? Cosa succede nel momento dello studio?

Iniziamo intanto ad inquadrare il problema. 

Ansia e tempo: una forte connessione

Il tempo è un concetto molto personale, ce lo raccontava anche Albert Einstein parlando di relatività:

Quando un uomo siede vicino ad una ragazza carina per un’ora, sembra che sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa accesa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività.

E quindi il tempo è relativo, concetto bellissimo, ma anche arma a doppio taglio, perchè spesso non ci aiuta a valutare quando stiamo facendo troppo, quando una cosa si può tranquillamente fare il giorno dopo e serve una pausa. Finiamo per ritrovarci in situazioni in cui il tempo viene percepito come limitato o insufficiente. Questo è un fortissimo amplificatore dello stress e contribuisce alla comparsa dell’ansia e del burnout. Le pressioni temporali sembrano legate al senso di urgenza che caratterizza molte situazioni quotidiane.

Sono molti gli studi scientifici che confermano la grande relazione tra la fretta e l’ansia, ma anche il burnout, termine coniato negli anni ‘70 da Herbert Freudenberger, che lo descrisse come un esaurimento psicologico derivante da richieste eccessive di energia e risorse

Andando oltre il mero concetto psicologico, il correre, avere troppo da fare e poco tempo per farlo può generare:

  • esaurimento emotivo;
  • aumento della probabilità di commettere errori;
  • la percezione di perdita di controllo; 
  • presa decisionale meno efficace;
  • senso di inadeguatezza;
  • stanchezza psicologica.

La percezione del tempo è già di per sé suscettibile a variazioni soggettive e subisce alterazioni in base alla diversa esperienza dell’individuo, al diverso contesto ambientale e alle differenze fisiologiche (Grondin, 2019), in più, la letteratura odierna ci dice che, anche gli stati d’ansia esercitino distorsioni sui processi dell’orologio interno basati sull’attenzione e sulla memoria. In poche parole l’ansia ci spinge a sottostimare le durate temporali delle cose. Non abbiamo tempo, ma ne perdiamo perché ci sentiamo preoccupati e la nostra mente continua a ripeterci che non ce la faremo, che non c’è tempo, che non siamo capaci, che non siamo all’altezza. Un vero e proprio circolo vizioso.

La scuola al tempo dell’ansia

I concetti visti fino ad ora ci hanno dato una buona panoramica di ansia, tempo e percezioni individuali. La scuola e di conseguenza tutti i suoi studenti e studentesse non sono purtroppo esenti da questi aspetti. 

Forti stati di ansia sono sempre più presenti in bambini, bambine, ragazzi e ragazze. 

“Mi sveglio alle 6.00 di mattina perché non riesco più a dormire. Devo ripassare”

Marta 10 anni

“Avevo scordato le mappe a casa e durante le verifiche ho avuto un attacco di ansia e non sono proprio riuscito a finirla.”

Fabio 16 anni

Questi sono solo un paio di esempi delle molte situazioni che vediamo tutti lavorando a stretto contatto con gli studenti. A volte è importante prendersi un tempo e ragionare su come fare le cose piuttosto che farle e basta. Questo significa essere strategici, così da velocizzare i processi, ma senza fretta. Al primo impatto può sembrare un controsenso dire di fare le cose velocemente e senza fretta, ma si tratta solo di cambiare prospettiva, prendersi un tempo per guadagnarne. 

Invece che iniziare il pomeriggio di studio volendo affrontare tutto e subito e partire stanchi al solo pensiero, risulta più produttivo prendersi un tempo per decidere l’ordine delle materie da fare e le priorità, per poi decidere come affrontare compiti e attività. L’unica vera arma che uno studente ha contro la fretta e l’ansia è il metodo di studio. 

Un buon  metodo di studio è un metodo flessibile e adattabile alle più svariate situazioni, è fatto di pianificazione e di un approccio metacognitivo alle richieste, che permette di decidere strumenti e strategie per affrontare i compiti al meglio e con il minor tempo. 

Importantissimo, soprattutto per i più piccoli, è anche il ruolo del genitore, che deve capire anche quando è importante lasciar perdere, quando dialogare con gli insegnanti sulla fatica, sull’impegno profuso, insomma…a conti fatti ne vale la pena? Restare a studiare fino alle 23.00 l’ha davvero aiutato?

Molto spesso la risposta alla domanda no ed è proprio per questo che siamo noi adulti in primis a dover fare i conti con la nostra ansia e la nostra percezione del tempo, così da poter prendere le giuste distanze dalle ansie che i figli portano a casa da scuola. 

In conclusione

Vivere nella costante pressione del tempo e della fretta è un fenomeno che riguarda tutti, dai più piccoli ai più grandi. L’ansia che accompagna il nostro approccio al tempo non solo mina la nostra produttività, ma rischia anche di compromettere il benessere psicologico. 

Insegnare ai bambini e ai ragazzi a non lasciare che la fretta prenda il sopravvento e aiutarli a trovare un metodo di studio che favorisca l’organizzazione e la riflessione, è essenziale. Come genitori e educatori, abbiamo il dovere di ascoltare i segnali di stress e ansia, per evitare che l’eccessiva pressione danneggi il loro sviluppo e la loro felicità. In definitiva, è fondamentale ricordare che il tempo può essere anche un alleato.

Come ci insegna Olga Tokarczuk nel suo “L’anima smarrita”, in un mondo che ci spinge a correre sempre più velocemente, la vera serenità si trova nel prendersi il tempo di aspettare la propria anima, ritrovando la calma e il respiro tra le scelte quotidiane.

A cura di Chiara Tomesani – Psicologa del Centro di Apprendimento Anastasis

Bibliografia

  • Freudenberger, H. J. (1974). Staff burn-out. Journal of Social Issues, 30(1), 159–165. Wiley Online Library.
  • Grondin, S. (2019). The perception of time: Your questions answered. Routledge.
  • Koutsimani, P., Montgomery, A., & Georganta, K. (2019). The relationship between burnout, depression, and anxiety: A systematic review and meta-analysis. Frontiers in Psychology, 10, Article 284. Frontiers Media.
  • Thönes, S., & Oberfeld, D. (2015). Time perception in depression: A metaanalysis. Journal of Affective Disorders, 175, 359-372.
  • Tocarczuk, O., & Concejo, J. (2017). L’anima smarrita. Milano: Topipittori

Condividi
Articoli correlati