Una scuola che include
La scuola dell’obbligo sta lottando contro l’accrescersi delle differenze tra gli alunni, con effetti di esclusione sociale di intere fasce di popolazione, che non raggiungono livelli minimi di istruzione, tali da consentire loro una piena integrazione scolastica.
Secondo Canevaro, una scuola che “include” è una scuola che ‘pensa’ e che ‘progetta’ le proprie attività tenendo a mente proprio tutti, è una scuola che non si deve muovere sempre nella condizione di emergenza, in risposta cioè al bisogno di un alunno con delle specificità che si differenziano da quelle della maggioranza degli alunni della scuola. Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramento organizzativo perché nessun alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e quindi non accolto.
Diventa importante per insegnanti ed educatori acquisire strumenti e strategie che permettano ai propri alunni in difficoltà di potenziare le aree in cui si sentono più carenti ma nello stesso tempo nessun alunno si deve sentire come non appartenente, non pensato e quindi non accolto.
L’importanza del potenziamento
Il potenziamento è un’attività associata all’abilità che si deve sviluppare (esempio lettura, scrittura, calcolo, comprensione del testo o problem solving); molte attività di potenziamento si propongono in rieducazione dal terapista ma alcune di queste possono essere proposte a scuola da educatori e insegnanti per accompagnare il lavoro dei propri studenti.
L’importanza del potenziamento è legata al fatto che le difficoltà di apprendimento comportano storie di insuccesso scolastico nella scuola dell’obbligo che finiscono per compromettere la carriera scolastica, lo sviluppo della personalità e un adattamento sociale equilibrato (Biancardi, 1991). Il potenziamento deve avere come finalità quella di ridurre la probabilità di insuccesso scolastico, attraverso interventi di tipo educativo mirati e specifici.
L’importanza di un intervento di potenziamento precoce è anche legata al fatto che le differenze si accentuano con il passare del tempo se non si interviene in modo adeguato. Ricerche hanno dimostrato che a 5 anni le carenze nello sviluppo di lievi entità a 8 anni possono diventare più severe se non si interviene.
Diventa necessario prendere in considerazione l’effetto negativo reciproco tra insuccessi e difficoltà di apprendimento da una parte, e motivazione allo studio e autostima dell’alunno dall’altro. È provato che l’insuccesso scolastico tende ad abbassare nell’alunno l’autostima e la motivazione allo studio. Questi fattori, a loro volta, portano ad ulteriori insuccessi, innescando un negativo e problematico processo a spirale (Tressoldi e Vio, 1996).
Le attività di potenziamento e il software Geco
Il materiale carta e matita e le schede cartacee non devono essere l’unico strumento di lavoro, è importante considerare attività che stimolino il bambino con modalità diverse. Uno strumento che può aiutare educatori e insegnanti a creare materiale interattivo e sempre diverso è Geco.
Il software Geco rappresenta un programma che è nato come strumento compensativo per aiutare bambini con disturbi specifici dell’apprendimento o altri bisogni educativi speciali; i quattro ambienti di lavoro Quaderni, Libri, Mappe e Web, danno la possibilità al bambino di sperimentarsi nel proprio apprendimento con suoni, immagini, sintesi vocale e mappe, individualmente o in classe anche attraverso la Lim.
Nel corso del tempo Geco si è mostrato come strumento utile anche nella preparazione dei materiali di potenziamento per i bambini, in quanto il programma permette di lavorare con un approccio “multicanale” e da la possibilità di creare e condividere materiali e attività da svolgere a casa o in classe.
Nel momento della creazione di un nuovo utente, sì ha la possibilità di indicare la registrazione come utente tutor in modo da poter avere la possibilità all’interno dell’ambiente Mappe di costruire la propria attività in base all’obiettivo da raggiungere.
Gli operatori hanno la possibilità di creare sempre nuovi esercizi (chiamati Attività) in base all’obiettivo su cui si vuole lavorare per un singolo studente o per tutta la classe. Ad esempio è possibile creare delle Attività per allenare la metafonologia, la lettura, la scrittura, la comprensione del testo, la produzione narrativa e tanto altro ancora.
L’operatore può scegliere quali interazioni attivare all’interno dell’Attività che potrà essere svolta dal bambino direttamente sul software Geco oppure attraverso l’App gratuita GECO Attività che può essere installata su smartphone e tablet che consente lo svolgimento delle Attività create con GECO, anche a distanza o come compiti assegnati, dai dispositivi dei bambini, in modo immediato. Per l’insegnante o l’educatore sarà possibile creare dei veri e propri percorsi di potenziamento, di supporto all’apprendimento, accorpando un insieme di schede in un’unica cartella che permetterà al bambino di svolgere le attività in sequenza.
All’interno della Libreria Risorse BES di Geco (puoi accedere a una demo qui) viene inoltre data la possibilità di sfruttare delle attività di potenziamento già costruite e pronte all’uso, che possono essere utilizzate come modello e modificate per creare un’attività personalizzata per il proprio bambino.
Le attività che si possono trovare nella Libreria sono più di 300 e sono suddivise per ambito di lavoro e obiettivi; le tre macro aree che troverete all’interno della Libreria si riferiscono all’autismo, alle difficoltà e disturbi dell’apprendimento ad altri bisogni educativi speciali (disabilità intellettiva, disturbi del linguaggio, ADHD…).
Geco rappresenta una vera e propria opportunità in ambito educativo perché dà la possibilità al bambino di sfruttare il software come strumento compensativo in modo che lo possa sostenere nelle attività di studio e dei compiti ma allo stesso tempo può diventare una strumento “creatore” di materiali, utile agli operatori che possono sfruttare le attività con il singolo studente in fase di potenziamento o con il gruppo classe a cui può essere inviata l’attività tramite l’app GECO attività attraverso l’apposito link o Qcode.
Insegnare ad alunni con tipologie diverse di difficoltà è un aspetto del saper insegnare. Ciò di cui si ha necessità sono delle buone prassi didattiche, di mezzi che, come diceva Maria Montessori, “possono rendersi adatti alle capacità di ciascuno”. Quindi occorre conoscere molti strumenti didattici, molti metodi, molti modi di lavorare e di organizzare il lavoro … E conoscere i processi attraverso cui possiamo di volta in volta trasformarli, modificarli per “renderli adatti alle capacità di ciascuno”.
Lavorare con Geco permette proprio questo tipo di flessibilità.
Contenuti a cura di Giovanna Cialdini, Laboratori Anastasis
Questo articolo, a cura di Daniela Scapoli, è tratto dall’evento online svoltosi nel maggio 2021:
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