Speech

Struttura parole elicita e chiacchiera

Difficoltà o disturbo del Linguaggio e della comunicazione

di Valeria Allamandri, Lucia Ballerini, Elettra Cerruti, Maria Carmela Valente

App di RIDInet: Speech

Obiettivo

Potenziamento della competenza linguistica espressiva del bambino

Scuola

Infanzia e primaria

Che cos'è

La App SPEECH è rivolta alla competenza linguistica espressiva del bambino nei suoi aspetti lessicali, morfosintattici, semantici e pragmatici: dalla parola alla frase nucleare, a frasi ampliate con espansione del nucleo, per poi giungere alla narrazione.

L’obiettivo è guidare il bambino, partendo dalla sua competenza lessicale, a comprendere e poi produrre enunciati in strutture via via più complesse, utilizzando immagini e giochi. Il lessico, rappresentato attraverso immagini, è organizzato secondo criteri interni di complessità fonetica e fonologica per poter personalizzare la scelta del materiale sulle caratteristiche del disturbo, il livello padroneggiato dal bambino e il suo sviluppo prossimale.

Frequenza del trattamento

20 minuti di lavoro a casa in presenza di un adulto, per tre volte alla settimana in circa tre mesi permettono di ottenere un cambiamento pari a quello atteso in un anno senza trattamenti specifici.

A chi si rivolge

Prevalentemente per bambini in età prescolare che presentano difficoltà o disturbi del linguaggio e della comunicazione. Può essere usata, talvolta, anche con bambini di lingua madre diversa dall’italiano (L2) per i quali l’apprendimento di un’ulteriore lingua richieda un intervento più specifico.

Come funziona

Il percorso di potenziamento inizia dalla valutazione logopedica ​da cui emergono le indicazioni di trattamento: l’intervento è gestito dallo specialista e si sviluppa attraverso un percorso riabilitativo che integra sedute di riabilitazione diretta in ambulatorio e intervento domiciliare monitorato a distanza con la piattaforma RIDInet.

Il logopedista:

  • individua gli obiettivi secondo parametri specifici (fonetici, fonologici, sintattici, lessicali);
  • seleziona il percorso prescelto (fonetico o fonologico);
  • sceglie il materiale linguistico per la stimolazione in ambulatorio e per l’allenamento a domicilio. I giochi e le carte da utilizzare vengono scelti in seduta.

La produzione linguistica è stimolata con otto tipi principali di gioco:

  • Ripetizione​: il bambino ripete la parola suggerita dalla carta, da un minimo di 2 a un massimo di 10 volte.
  • Denominazione​: il bambino denomina le carte in giochi tipo Memory, Bomba, Acchiappa le carte uguali.
  • Esplicitazione​: viene data la possibilità di esplicitare il contenuto della carta frase, guidando il bambino a completare le eventuali parti mancanti dell’enunciato grazie al conflitto cognitivo creato dalle immagini in coppia minima.
  • Completamento​: il bambino usa carte semplici per completare la frase dato il predicato o l’argomento, per esempio “cammina o canta” per far comparire la mamma che fa una determinata azione.
  • Costruzione di frasi​ brevi: il bambino costruisce frasi a due o tre elementi usando immagini singole (predicati, argomenti e modificatori).
  • Categorizzazione​: il bambino suddivide le carte seguendo criteri di categorizzazione via via più complessi, da classificazioni semantiche fino a giochi metafonologici di categorizzazione sillabica.
  • Generazione​: il bambino genera nuove frasi utilizzando strutture di supporto diverse in base al predicato scelto.
  • Narrazione​: il bambino gioca a inventare brevi storie usando le carte disponibili e diversi sfondi.

Il software è autoadattivo relativamente agli aspetti lessicali, fonetici fonologici e morfosintattici.

Efficacia

Dalla letteratura si evince che le abilità sintattiche dei bambini in epoca prescolare correlano positivamente con i successi dei livelli di lettura all’età di otto anni (Scarborough, 1990). Inoltre, gli interventi riabilitativi attuati in epoca prescolare hanno buoni effetti sulle abilità morfosintattiche (Leonard et al., 2008 – Fey 2014).

Il modello semanticista viene riferito come il modello elettivo per l’intervento riabilitativo sul disturbo di linguaggio (Salvadorini 2014). Il lessico utilizzato è organizzato secondo criteri di difficoltà crescente, interfacciando i livelli fonetico-fonologico (struttura e prosodia), lessicale (frequenza), sintattico.

Tenendo conto dei quesiti che la ricerca attuale sullo sviluppo del linguaggio lascia ancora aperti, questo progetto riabilitativo potrebbe essere oggetto di sperimentazione.

Riferimenti

Le logopediste Valeria Allamandri, Lucia Ballerini, Elettra Cerruti e Maria Carmela Valente lavorano da tanti anni in servizi di Neuropsichiatria Infantile, Scuole dell’infanzia e Centri Privati, attuano diagnosi e trattamento dei disturbi di linguaggio di bambini in età evolutiva. Negli anni hanno fatto riferimento a diversi Modelli Teorici integrandoli con la loro esperienza.

Nell’interazione con i bambini, utilizzano un input linguistico responsivo e semplificato: seguono le iniziative del bambino favorendo l’interazione verbale e lo conducono a stimolazioni focalizzate per stimolare nuove parole con giochi il più possibile divertenti e motivanti.

Esponiamo brevemente i principali modelli teorici e studi di riferimento, seguendo un approccio psicolinguistico:

  • Componente fonetica-fonologica: gli studi dell’evoluzione del linguaggio (Bortolini, Zmarich, Bonifacio).
  • Componente lessicale: “Il Primo Vocabolario del Bambino”: guida all’uso del Questionario MacArthur (Caselli e Casadio)
  • Struttura della frase:
    • il Modello teorico della Semantica Generativo-Trasformazionale di Parisi e Antinucci (1973).
    • Il “Modello Valenziale” della grammatica (L. Tesnière; Sabatini).
    • Il Modello di Ridescrizione Rappresentazionale di Karmiloff-Smith.
    • La Teoria Sociointerazionista (Bates, Bruner).

Gli studi sull’evoluzione del linguaggio del bambino hanno evidenziato come l’input linguistico e lo stile comunicativo dei genitori abbiano un ruolo cruciale. Una recente metanalisi ha evidenziato come la collaborazione tra logopedista e genitore si sia rivelata efficace ai fini di un miglioramento delle competenze di linguaggio espressivo e recettivo (Roberts & Kaiser 2011).

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